Durante la lavorazione della seconda tavola di Penny, si sono accumulati diversi file e scansioni scartati.
Mi sono reso conto che questi disegni ben illustrano le varie fasi che mi hanno portato all’illustrazione definitiva. Quindi, piuttosto che cestinarli, ve li ripropongo qui come “dietro le quinte”.
Si parte dal primo schizzo, uno scarabocchio a matita attraverso il quale ho visualizzato l’idea di base: Penny sul ponte della nave che la porta in Egitto. E’ appoggiata alla ringhiera e osserva il paesaggio. Sullo sfondo un minareto e i tetti della città.
La seconda bozza, anche questa a matita con alcuni ritocchi in digitale, mostra la stessa scena ma dal punto di vista opposto. Due bambini giocano a biglie sul pavimento, mentre un paio di signori osservano compiaciuti la gonna di Penny mossa dal vento.
Il terzo disegno è realizzato interamente in digitale, e qui ruota il punto di vista.
L’idea era quella di fare in modo che a Penny si alzasse competamente la gonna, senza però mostrare ancora nulla al lettore. I passeggeri invece accorrono numerosi per osservare lo spettacolo. Un mozzo ha preso il posto dei bambini, e sulla sinistra domina il paesaggio con il porto, le barche e il faro.
La composizione però è un po’ sbilanciata e la posa del mozzo non mi convince, così provo ad invertire nuovamente il punto di vista.
Ora in primo piano ci sono gli uomini e il marinaio è visto di fronte. Il paesaggio però, sparisce quasi del tutto e l’immagine risulta un po’ troppo carica.
Nuovo tentativo. Riprendo l’inquadratura della prima bozza e la rielaboro con i nuovi elementi (mozzo – uomini), avvicinando il campo.
Questo disegno mi lascia piuttosto soddisfatto, ma manca ancora il paesaggio e mi ero affezionato all’idea di disegnare il porto…
Ultimo passaggio e nuovo cambio d’inquadratura, che torna ad essere da dietro e permette anche al lettore di vedere ciò che stanno ammirando i ragazzi in primo piano. L’orizzonte si allontana e diventa visibile una buona porzione di porto, oltre al faro e ad alcuni edifici. Compare l’ombrellino parasole.
Quest’ultima matita, presenta alcune differenze rispetto alla versione definitiva … vediamo chi le trova!
E in chiusura di questo lungo post, ecco uno dei riferimenti usati (tra gli altri) per la realizzazione della tavola. Il titolo del quadro è “Gibraltar“, del pittore inglese Charles Pears (1873-1958).
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I gabbiani?
Anche…
In realtà ci sono un paio di modifiche minori, dettate da ragioni di estetica o di logica.
La direzione delle assi del pavimento ad esempio, è stata cambiata per dare più profondità alla prospettiva.
C’è un altro dettaglio però che rappresenta un errore…